"CAMBRUGIANO" 2012 Verdicchio di Matelica DOCG Riserva 25th Ann - Cantine Belisario
Mannaggia a te, Cambrugiano. Per quanto mi sei costato in termini di tempo e angoscia e paura di non trovarti. Di non potere averti. Meno per il portafogli, per quello sei più che onesto. D'altronde lo sapete meglio di me, miei indigeni amici #winelovers , che quando vi piglia la fissa per una bottiglia poi dovete procurarvela, ad ogni costo, e la voglia diventa ossessione, una ballata dell'amore cieco. La mia era questa bottiglia, e mi venne quando ormai di esemplari in vendita ne rimanevano pochissimi. Annata 2012, una 25-esima edizione tutta lustrini e paillettes e premi: 3 bicchieri Gambero Rosso, Bibenda con i 5 grappoli, poi Vitae - la guida dell'Ais - con 4 viti, Grande Vino nella guida Slow Wine e l'Eccellenza de Le Marche nel Bicchiere. Non le leggevo nemmeno allora le guide, ma da zotico rimasi accecato da tutti quei bollini dorati.
Premessa: nella mia cantina, scavata con sangue e sudore, offro riparo alle bottiglie del Golem, amico di bevute e battute, e che spesso compare nei miei racconti. Sicché l'altro giorno, per una cenetta organizzata alla buona e consacrata ai Verdicchi Riserva, mi chiama dicendomi di prendergli una bottiglia, quella che mi pare, basta non sia il Cambrugiano '12, che a parer suo ha ancora tanto tempo per riposare (gliela regalammo noi amici, in tempi non sospetti). Sai cosa? Ho preso il mio di Cambrugiano '12, che l'annata fu molto calda e diede poca acidità e la bottiglia gemella aperta quasi due anni fa già cominciava a scricchiolare.
CAMBRUGIANO 2012 - BELISARIO
Cambrugiano è il cavallo di battaglia delle Cantine Belisario e il primo Verdicchio di Matelica a fregiarsi del titolo "Riserva". Le uve provengono da un vigneto del 1981 in Contrada Balzani, a Matelica, posto a circa 400 m slm. Vinificato in parziale criomacerazione per 18 ore ed affinato in parte in acciaio (80%) ed in parte in barriques (20%) per 12 mesi, nel complesso più di 730 giorni prima di finire in bottiglia e fare altro vetro.
Giorni di afa assurda, quelli di questa bevuta, che hanno reso la beva leggermente più impacciata, meno golosa, come si può notare anche dalle foto che ritraggono il calice, senza condensa, imperdonabile.
Colore dell'oro, bello carico, prezioso sì, ma poco vivace, un po' greve. Riempie il calice quasi come fosse olio, denso e viscoso. Il naso è un flusso continuo di profumi gialli, frutta matura a profusione, pesche e ananas e frutti tropicali, camomilla e spezie. Un naso caldo ed accogliente, mieloso, direi invernale. Molto carico, un filo ridondante. In bocca speravo di trovare una reazione, ma senza contarci poi molto: sintonizzato perfettamente sulle frequenze olfattive, caldo e mellifluo. Complice una freschezza evanescente, anche la caratteristica mineralità matelicese risulta non pervenuta, soffocata proprio da quelle stesse note di miele e frutta che tornano ed ammorbidiscono il sorso.
L'abbinamento con svizzera di Scottona, uovo "de zio" all'occhio di bue e scorzone, tra tutto, ci stava alla grande. D'altronde l'appellativo di "rosso vestito di bianco", avendo tutte le caratteristiche organolettiche di un grande rosso, gli calza a pennello: struttura, complessità, intensità e longevità sono sue. Sette anni sono pur sempre molti, anche se - come si dice - l'abbiamo preso per le penne.
Colore dell'oro, bello carico, prezioso sì, ma poco vivace, un po' greve. Riempie il calice quasi come fosse olio, denso e viscoso. Il naso è un flusso continuo di profumi gialli, frutta matura a profusione, pesche e ananas e frutti tropicali, camomilla e spezie. Un naso caldo ed accogliente, mieloso, direi invernale. Molto carico, un filo ridondante. In bocca speravo di trovare una reazione, ma senza contarci poi molto: sintonizzato perfettamente sulle frequenze olfattive, caldo e mellifluo. Complice una freschezza evanescente, anche la caratteristica mineralità matelicese risulta non pervenuta, soffocata proprio da quelle stesse note di miele e frutta che tornano ed ammorbidiscono il sorso.
L'abbinamento con svizzera di Scottona, uovo "de zio" all'occhio di bue e scorzone, tra tutto, ci stava alla grande. D'altronde l'appellativo di "rosso vestito di bianco", avendo tutte le caratteristiche organolettiche di un grande rosso, gli calza a pennello: struttura, complessità, intensità e longevità sono sue. Sette anni sono pur sempre molti, anche se - come si dice - l'abbiamo preso per le penne.
La complessità della produzione è la complessità del suo patrimonio organolettico, dice. Dice poi (Potentini) che la criomacerazione è evoluzione della tradizione, sbilanciata sul tradimento.
Di solito evito di parlar male dei vini, al massimo ne riporto solo ciò che ho apprezzato. Ma questa volta la ramanzina, il predicozzo, erano dovuti. Ho assaggiato l'anno scorso una 2015 affilata come un rasoio, minerale, verticale e orizzontale ed anche di traverso. Quella sì. Questa invece l'ho trovata tecnicamente forzata, dopata e ruffiana. Per niente spontanea. Non c'era il territorio, che è tutto quello che abbiamo. Non c'era Matelica.
Perdonami Cambrugiano ma - canta Vecchioni - forse non lo sai ma pure questo è amore.
Prezzo: 13€ in cantina
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