"Titolo" 2013 Aglianico del Vulture doc - Elena Fucci

"Prima volevo andare via, studiare ed andare via dal mio paese, oltreoceano. Oggi ci vado e ci vado con il mio vino."
Credo che queste parole* - pronunciate con il fuoco negli occhi - siano più che sufficienti a raccontare la storia di Elena Fucci, enologa e vignaiola a Barile, ma ancora prima insigne donna del vino lucana. Una storia di riscatto e di coraggio, in fin dei conti una storia d'amore. Una di quelle storie alla "sliding doors", che ha inizio nei primi anni duemila e che ancora oggi vede Elena in testa a quella Generazione Vulture che sta facendo conoscere questo grande territorio al mondo intero.


I vigneti sono situati alle pendici del Monte Vulture, in Contrada Solagna del Titolo, nel comune di Barile (PZ), a circa 550-650 m di altitudine. Sono diversi gli elementi che contribuiscono a rendere il Titolo un grande vino ed uno straordinario portabandiera del Vulture: intanto un terroir eccezionale fatto di un microclima alquanto singolare - ovvero quello dell'appennino meridionale - e di terreni vulcanici, passando per le specificità di un nobile autoctono come l'Aglianico, senza dimenticare la mano stessa del vigneron. Il vino di Elena, infatti, è sì rispetto della tradizione (vedi il ripristino in parte dei vigneti dell'allevamento secondo la tecnica del "capanno vulturino"), ma anche e soprattutto innovazione, basata proprio sulla riconsiderazione delle grandi potenzialità dell'Aglianico, per troppo tempo relegato a semplice vino da taglio e criticato per quel suo tannino troppo rude. Elena mira al raggiungimento della maturità fenolica (raccolta a fine ottobre - inizio novembre) al fine di avere tannini fini ed eleganti, preservando l'acidità tipica del vitigno e portando nel calice quella mineralità che è il vero biglietto da visita del territorio. Concentra infine tutti gli sforzi in una sola etichetta, il Titolo, vino che è stato capace di accendere i riflettori sull'intera denominazione.


Nel calice un rubino molto concentrato, dotato di grande lucentezza nonostante la caratteristica unghia granata. Impressionante la progressione e l'intensità dei sentori via via che il vino si va aprendo: viola, frutti scuri selvatici, ciliegia, pepe, poi ancora frutti ma molto più maturi, note tostate, spezie. Riconosco il ginepro così chiaramente che vado a frugare fra i vasetti della vergara per schiacciarne una bacca. Confermato. Poi rosmarino, liquirizia, una balsamicità decisamente pronunciata e quella traccia eterea che mi crea una brevissima sensazione di vuoto ad ogni sniffata. Splendida complessità, fenomenale la nitidezza dei profumi. Il sorso è potente, materico, eppure dinamico, con l'acidità a tratti sferzante che ne facilita la beva. Esiterei a definirlo morbido, con il carattere che si ritrova. Ciò che invece è lampante è la nobiltà dei tannini, mascolini ma fittissimi, sensazione che ho avuto ogni volta che l'ho assaggiato. Persistenza da campione. Abbinamento tradizionale con agnello a scottadito "fatto alla c***o": ha vinto il vino, che fortunatamente era speciale. Grande bottiglia e grande annata, tenetelo in cantina se ci riuscite.


* tratte da Winestories di Mauro Fermariello


Azienda Agricola Elena Fucci
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Indirizzo: Contrada Solagna Del Titolo - 85022 Barile PZ
Telefono: +39 320 487 9945

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