LO SFUSO '20 (#3)

 


Il primo ricordo che ho del vino è: un anziano contadino vicino di casa che, in piedi sul cassone del trattore, offre del vino ad un giovane Indigeno allora quindicenne, che gentilmente rifiuta. Alle quattro del pomeriggio di un giorno feriale di luglio, a quel tempo, avrei accettato qualsiasi cosa tranne quel bicchiere di sfuso a temperatura ambiente. Persino dell'acqua. Ecco, l'espressione amareggiata del signore di fronte al rifiuto del SUO vino, quella non la dimenticherò mai. Ricordo anche che senza cambiare maschera si rivolse poi verso babbo, riprendendolo sul suo ruolo di educatore con un laconico "Bella robba...". Che disonore, una macchia sul buon nome della famiglia.
Il secondo ricordo sono le scampagnate per cantine, sempre col babbo, a riempir damigiane (o dame, più signorile), assaggiando sempre prima di comprare, ma anche comprando sempre (o quasi) indipendentemente dall'esito dell'assaggio. Ad imparare di vino, di terra, di geografie. A prendere dimestichezza con i produttori, e comprendere l'impronta strettamente agricola di questo cosmo. E poi tornare a casa ad imbottigliare subito, con la fretta di portare il bottino a tavola, per farlo assaggiare a mamma. Usi e costumi del proletariato di estrazione contadina, rituali propiziatori nell'esercizio del rapporto padre-figlio indigeni. Un ricordo questo che non è solo un ricordo, ma anche un presente di cui non potrei fare a meno, il trampolino da cui mi sono tuffato nel calice.
Bere vino sfuso è un atto politico!
Non tutti i vini possono definirsi "quotidiani", tanto per un discorso legato al prezzo quanto per le caratteristiche di complessità che vi si ritrovano. Bere sfuso significa recuperare la bellezza del vino quotidiano, l'autenticità di un sorso immediato, rustico, essenziale. Il vino sfuso è tradizione, cultura, gesto: andarlo a prendere in cantina, selezionando con l'esperienza gli sfusi di qualità, poi imbottigliarlo con impegno ed attenzione, infine condividerlo a tavola.

ISTRUZIONI PER L'USO DELLO SFUSO

Poche e semplici regole per la conservazione organolettica del vino sfuso:
- damigiane sempre pulite, sciacquate subito e fatte asciugare facendo attenzione agli odori;
- travaso completo con imbuto o tubo, evitando categoricamente di lasciare le dame a metà;
- bottiglie sempre pulite, riempite lasciando quanto meno ossigeno possibile nel collo e tappate al volo con sughero, plastica, corona, ecc... (io utilizzo bottiglie riciclate con tappo a vite).

LO SFUSO #3 - Maggio/Giugno 2020

ROSSO

Marche Rosso igt 2019 - Marco Gatti (Via Lagua S. Martino - 60043 Cerreto D'esi AN)
Merlot, Cabernet Sauvignon, Sangiovese - 13° vol - 1,90 €/l
Uno sfuso marchigiano con prevalenza di internazionali e saldo di Sangiovese: una rarità.  Davvero un ottimo vino, succoso di frutto ed impreziosito da note erbacee, dal tannino tosto ma nobile. Il grado alcolico tutto sommato contenuto è un altro punto a favore. Sfuso da arrosti e peperonata, la morte sua.


"Losfuso19" 2019 Vino rosso - La Distesa (Contrada Colonara, 1 - 60034 Cupramontana AN)
Montepulciano, Sangiovese, Vernaccia Nera, Cabernet Sauvignon - 13° vol - 2,60 €/l
Assemblaggio di tutte le varietà a bacca nera dell'azienda, le stesse che vanno a comporre i due gioielli rossi di famiglia, Nocenzio e Derive. Vino artigianale e, per quelli che apprezzano il termine, "naturale": mi limito a sottolineare la fermentazione spontanea e le dosi "omeopatiche" di solfiti. Naso dal timbro selvatico, verace. Sorso goloso che alterna freschezza e ciccia. Ammetto che una volta imbottigliato, forse per problemi di chiusura dei miei vecchi tappi a vite, ogni boccia ha intrapreso una strada sua: di certo quando è in forma è una goduria. Altra particolarità: la bottiglia smezzata, libera di respirare, il giorno dopo è ancora più buona. Quando si dice vino vivo. Prendere o lasciare. 


ROSATO

Marche rosato igt 2019 - Marco Gatti (Via Lagua S. Martino - 60043 Cerreto D'esi AN)
Vernaccia Cerretana - 12° vol - 2 €/l
Vi avevo già parlato della Vernaccia Cerretana nel precedente articolo dedicato allo sfuso, vitigno praticamente sconosciuto, quasi dimenticato, un tempo largamente diffuso in una piccola area comprendente i comuni di Matelica, Cerreto d'Esi e Fabriano. Cerretana come Marco Gatti, che infatti si è preso la briga di recuperarne la memoria. Uva rustica, che germoglia e matura tardissimo, non temendo quindi le gelate tardive. Personalmente preferivo la versione 2018, vinificata in rosso, leggermente più fruttata e forse ancora più spigolosa. Ma mi fido di Marco e della sua profonda conoscenza di questo vitigno, che nella vendemmia 2019 ne ha sperimentato la vinificazione in rosa, convintissimo sia questa la sua vera vocazione. Colore più tenue ma altrettanto bello, luminosissimo, e naso tipicamente piuttosto ermetico, povero di fiori e di frutta ma ostinatamente minerale. E' al palato però che questo vino si esprime con più personalità, così grintoso di durezze acerbe, quasi aspro, incredibilmente salato. Un vino per quelli come noi, ciauscolo e mistrà.

p.s. l'ho finito senza fotografarlo.

Foto di Cantina Gatti Marco Vigneti e Casa Vinicola


BIANCO

"Losfuso19" 2019 Vino bianco - La Distesa (Contrada Colonara, 1 - 60034 Cupramontana AN)
Verdicchio, Trebbiano, Malvasia - 12,5° vol - 2,60 €/l
A tutti gli effetti un fratello minore del Terre Silvate, assemblaggio di vitigni della tradizione provenienti da diverse vigne. Vino genuino, schietto, spontaneo: bevuto troppo freddo si fa quasi pungente, forse a voler dire che non necessita di alcuna maschera. Un liquido velato, dal colore giallo carico, quasi ambrato, archetipo di quel "vino del contadino" tanto decantato, tanto gettonato, tanto buono. O meglio, sempre buonissimo al momento giusto, capace di essere il "vino che ci voleva", abilità mica da tutti... Fresco, agile, poi consistente, poi saporito, poi altro ancora. Sgrassa e nutre. Io lo bevo con la carbonara.


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