Mercato FIVI 2024: alma mater ebrietatis


Lo ammetto, la separazione fra il Mercato e Piacenza è stata un colpo al cuore per questo indigeno. Non tanto per la città - non me ne voglia Piacenza, - che faceva veramente veramente poco per farsi voler bene. Era più una questione di dimensioni, di confidenza, di equilibrio. Penso ad esempio al periodo Covid, che negli angusti vicoli di Piacenza Expo sarebbe potuto essere un disastro, magistralmente e forse anche un po' magicamente risolto da quel sistema organizzatori/avventori a conduzione "familiare" che si era creato negli anni. Eppure l'ultimo anno di Piacenza si avvertì fin da subito che non sarebbe che potuto essere l'ultimo. Poi la prima Bologna e tutte le mie difficoltà ad accettare il cambiamento messe sul tavolo. Qualche disavventura, gli hotel più costosi, i pasti più costosi, gli autobus pieni, i kilometri camminati per sbaglio e per niente, il taxi per la disperazione, le code, un certo disorientamento generale, una città così diversa da quella degli anni universitari. Dentro gli immensi hangar si stava comodi, è vero, ma l'atmosfera era effettivamente un po' asettica, come tutto quel bianco alle pareti. Ci metto pure l'affollatissimo aperitivo delle 17 al sabato, che il prezzo del biglietto era poco più di due spritz. Diamole tempo, ci dicemmo. Questo era quindi un po' l'anno della verità per Bologna e - che dire - la città ha risposto come si doveva, col piglio di una metropoli moderna, matura ed organizzata. All'interno del Mercato, pur rimpiangendo quel mood scanzonato di Piacenza, tutto è filato liscissimo: tempi di attesa quasi nulli, ampi spazi fra i banchetti dei 1.008 vignaioli presenti (così dicono, non li ho contati), e oltre 28k visitatori nella tre giorni assolutamente non percepiti.
Nemmeno Trenitalia con lo sciopero del personale alla domenica è riuscita a rompermi le uova nel paniere, che per sopravvivere serve anche un po' di c*** ogni tanto.
Bologna 2024 promossa: il Mercato FIVI è morto, viva il Mercato FIVI!
Ed ora spazio agli assaggi.

La Valle del Sole
Mi ero ripromesso di saltare i banchetti dei confratelli marchigiani, ma chi diavolo sono io per fronteggiare pure le mosse sleali? Tipo quella di Alessia ed Alessandro, i quali mi avevano sommessamente anticipato una verticale del loro Offida Pecorino docg, vino per me di livello assoluto. Non potevo mancare e sento di aver fatto bene: una progressione di grandi bottiglie, ognuna specchio perfetto della propria annata, e di vini coerenti e longevi. Sempre al top.

Broccanera - Dosaggio zero 160 mesi sui lieviti
Ancora amareggiato per il fresco tradimento dei miei propositi, faccio giusto 2 passi ed ecco che mi imbatto in una bottigliona da spumante bardata da cavaliere. La riconosco, ci ricasco. Trattasi del nuovo metodo classico di Broccanera, va assaggiato. Mille mesi sui lieviti, eppure niente appesantimenti da carboidrati complessi, spiccata freschezza e cremosità da manuale. Maestri.


Fabrizio Battaglino - Roero Arneis Riserva docg "Bastia"
Seconda cantina visitata. Mi imbatto in questo Roero Arneis con leggera macerazione sulle bucce, tutta roba di erbe aromatiche, eucalipto, liquirizia, balsamicità. Boccia meravigliosa. Anzi, la più meravigliosa di tutti i vini bianchi assaggiati: MIGLIOR BIANCO del Mercato FIVI 2024!

Terenzuola
Il primo pensiero va al "Forma Alta" 2021: Vermentino nero ed un 10% di Massaretta. Vigneti prefillosserici terrazzati sotto le cave di Carrara. Vinificazione ed affinamento in cemento nudo. Pulizia e finezza, per un rosso ricamato. Wow.
Penso poi al "I pini di Corsano" 2022 Colli di Luni Vermentino Sup. doc: mineralità, profondità aromatica e gustativa. Dentro c'era di tutto, incredibile.
Doveroso - almeno - menzionare pure "Fosso di Corsano" e "Permano".
Tutto troppo eccellente. MIGLIOR CANTINA del Mercato FIVI 2024!

Dirupi - "Vigna Dossi Salati" Valtellina Sup. docg Grumello Riserva
Balsamico ed austero. Sapido e non solo per il nome. Elegante a modo suo, tutta personalità. Sinceramente, adoro.


Principi di Spadafora - "Siriki orange" 2017 Terre siciliane igp bianco
Vendemmia 2017, 100% Grillo, lunga macerazione sulle bucce. Predomina l'albicocca, disidratata e candita, poi però è un caleidoscopio di profumi, sapori ed immagini che sanno di Sicilia. Fatto benissimo ed identitario, una meravigghia.

Marta Valpiani - "Fiore dei Calanchi " 2021 Romagna Castrocaro Sangiovese doc
Non so se avete presente la raffinatezza e sensibilità di cui sono intrisi tutti i vini di Elisa Mazzavillani. Beh, il "Fiore dei Calanchi", Sangiovese monoparcellare lavorato con la tecnica del baie-par-baie (acino per acino), di quelle doti uniche ne è senza dubbio la massima espressione.

Mongarda
Forse la scoperta più soddisfacente dell'intero Mercato! Piccoli produttori artigiani, custodi di un territorio meraviglioso, capaci di dar vita a vini deliziosi. Poi mi è toccato anche ricredermi sul Prosecco metodo classico, che in questo caso aveva dalla sua tutta la delicatezza e la freschezza dei fratelli minori, guadagnando però in sostanza. Bravi! 

Thomas Niedermayr - "99 S.alt" 2019 Vigneti delle Dolomiti igt
Il "S.alt", uve Solaris da vigne vecchie ad oltre 500 m slm, lassù nel Maso Hof Gandberg, davvero salato e mineralissimo, è solo la punta di diamante di una linea davvero fighissima da assaggiare e scoprire.


Quarna
Oh, confesso: sono innamorato dei vini di Mattia Quarna sin dalla prima volta che li assaggiai ormai 2 anni fa. E più mi respingono, con i loro tannini rustici e quel temperamento selvatico, più li voglio. Da meschino piccolo borghese qual sono ho comprato il pur buonissimo Ghemme, ma il mio cuore - in silenzio - urlava Vespolina!

Teresa Soria - Moscato d'Asti docg "Vigna Moncucco"
Assaggiare i loro Moscato d'Asti è stata davvero un'esperienza di alto livello, non ho altro da dire. E poi se mentre stai sorseggiando un vecchio "Vigna Moncucco" 2018 Collezione sessantamesi ti nominano la trinità pane-burro-alici come possibile abbinamento...ecco che si squarcia il velo del tempio.

Riserva della Cascina
Il pit-stop da Silvia è dovuto, per almeno 3 motivi (mi sarebbero bastati anche i primi 2, ma il terzo è fondante):
1. i vini sono tutti buonissimi, caratterizzati e studiati alla perfezione;
2. Silvia è una forza della natura, sempre divertentissima, cordiale ed appassionata. Una fermata rigenerante quella alla sua postazione.
3. Sempre Silvia a distanza di un anno, dopo milioni di facce diverse e di calici sversati, ti riconosce e ti saluta. Sembra una cazzata, ma per noi indigeni questo è tutto o quasi.


Podere ai Valloni - "Sass Russ" 2022 Vino rosso
L'alto Piemonte è sicuramente complicato da approcciare, eppure mi pare uno dei pochi territori rimasti dove il vino è ancora strettamente legato alla convivialità ed alla tradizione. Da queste parti si bada ancora al sodo, e - in alcuni casi - pure al soldo. Tutti concetti perfettamente riassunti nel "Sass Russ", vino rosso senza denominazione, mix di uve autoctone, macerazione veloce e niente affinamenti raffinati: vino quotidiano, da tutto pasto, beva facilissima e tonificante, bel fruttato, minerale e balsamico. 

Cantine del Mare - "Terra del Padre" 2018 Campi Flegrei dop Piedirosso riserva
Piedirosso da viti ultracentenarie a piede franco su suoli vulcanici. Bassissime rese e grande ricchezza. Dentro al calice c'è di tutto di più, ma l'incenso... Tutto quell'incenso evoca immagini recondite, intime, da film sorrentiniano. MIGLIOR ROSSO del Mercato FIVI 2024!


Appuntamento al prossimo Mercato, viva la FIVI!

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